Il linguaggio è un sistema dal funzionamento affascinante e complesso.
Potremmo definirlo come un mezzo di comunicazione attraverso cui poter
comprendere ed esprimere emozioni, pensieri, esperienze; in una sola espressione potremmo dire che il linguaggio, nella sua accezione più ampia, ci permette di stare al mondo come esseri sociali.
Nel dettaglio ci soffermeremo sul linguaggio verbale che potremmo descrivere come articolato su più livelli:

Livello fonetico-fonologico: a questo livello l’attenzione è rivolta ai fonemi (suoni) di ciascuna lingua. Si parla infatti di inventario fonetico proprio per alludere all’insieme dei fonemi caratteristici della lingua in oggetto e di fonologica per riferirsi invece al modo in cui questi fonemi si coarticolano tra loro disponendosi in sequenze via via più complesse nella rete di parole, frasi, enunciati.
Livello lessicale-semantico: questo livello rappresenta un po’ il forziere che racchiude tutte le parole che appartengono al nostro vocabolario e che perciò comprendiamo ed utilizziamo. Il vocabolario è in continua evoluzione e si arricchisce di parole sempre nuove.
Livello morfo-sintattico e testuale: a questo livello l’attenzione si rivolge alla strutturazione delle frasi e, dunque, alla possibilità di comprendere e produrre strutture morfo-sintattiche di difficoltà differente. Le frasi poi si combinano a formare fitte trame che costituiscono gli enunciati ed i testi.
Livello metafonologico: fa capo a questo livello la capacità metalinguistica che consiste nel percepire e riconoscere uditivamente i fonemi che compongono le parole, nonché la capacità di manipolarli. Si pensi per esempio alla possibilità di riconoscere il fonema o la sillaba iniziale o finale, alla divisione in sillabe o in singoli fonemi, alla capacità di riconoscere e comporre le rime.
Pragmatica: infine la pragmatica è quella che più intimamente si lega alla comunicazione e che dunque si rivolge all’uso che facciamo del linguaggio mettendoci in contatto con noi stessi e con il prossimo; quella che ci consente di andare oltre il significato letterale, di apprezzare l’ironia, di comunicare tra le righe, di essere pertinenti.
L’uomo dunque sarebbe predisposto in maniera innata a sviluppare le abilità comunicative e perciò anche il linguaggio. A questa predisposizione innata si affianca certamente una stimolazione ambientale importante che accompagnerà il piccolo a sviluppare le abilità linguistiche fino ad acquisire un linguaggio sovrapponibile al modello adulto, ma di questo parleremo nel prossimo articolo.
Anna Filomena Falconieri