
Cesare per tre settimane ha chiesto di Genova, dell’acquario che non ha mai raggiunto, dell’albergo dove non ha mai alloggiato. Si era preparato a quell’uscita, avevamo studiato il libro degli animali del mare, gli avevamo raccontato storie di navi e di porti. Cesare recita a memoria molti dei suoi libri… dice: ”senti mamma, ti leggio io.” Adesso non andiamo in libreria da più di un mese.
Cesare ora ci mette un sacco di tempo ad addormentarsi la sera. La prima cosa che chiede al mattino quando si sveglia è: “mamma ma il babbo c’è?” Cesare ha chiesto per quasi tre settimane della sua quotidianità: la sera prima di addormentarsi, a luce spenta, domandava: “mamma, ma perché le scuole sono chiuse? A me mi manca tanto la mia Roberta. Ma domani si può andare eh“.
Cesare quando mangia la pasta al ragù mi dice: “anche da Roberta me la fa. E a Marisa si sono rotti i guanti”.
Cesare mi chiede di guardare le notizie perché: “a me mi interessano mamma”. Sa riconoscere il dr Burioni, Fabio Fazio e il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Prima la tv a casa nostra era accesa solo quando Cesare era già a letto.
Cesare con il babbo costruiva gigantesche case parcheggio a due piani per farci entrare tutte le macchinine. Ora chiama quelle case “ospedali” e le macchine sono ambulanze per le persone malate.Cesare si sveglia dal riposino pomeridiano e dice: “mamma è da tre anni che non ti vedo”.
Cesare ha costruito una carovana enorme e mi ha detto che: “è il carro del carnevale di Viareggio – la nostra ultima uscita- e ha anche la radio”.
Cesare la sera, per la buonanotte, adesso chiede di leggere i libri con le storie del Natale, quelli che avevamo messo nello scaffale più alto della libreria. Cesare chiede al babbo di raccontargli la “storia della piscina”, ma è passato così tanto tempo dall’ultimo sabato che ci sono andati che il babbo quasi non la ricorda più. Cesare ha imparato a dire “cacchio” (riflessi di overdose da costante presenza materna). Mi sforzo di fingere di non aver sentito, ma mi scappa da ridere. Rido a mente. Cesare quando accendo la radio mi chiede: “mamma metti forte la pubblicità” (lo cattura la lista delle raccomandazioni da osservare ripetute all’infinito).
Cesare l’altra sera ha detto al babbo che quando andiamo a mangiare la pizza da Paolo dobbiamo ricordarci di prendere il suo zaino con le macchinine, sennò poi la mamma non se lo ricorda (tutte le volte me lo sono dimenticato).Cesare canta “Boogieman spegni queste nuvole…”, “musica e il resto scompare…”, “in un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr…”.
Cesare con gli avanzi di farina sul bancone della cucina, gioca a fare il cantiere. Si porta le ruspe, il camion ribaltabile e la seggiolina per salire. Cesare videochiama il nonno per ricordagli che non si può uscire a prendere il giornale. Cesare ascolta le conchiglie per sentire il rumore del mare.
«Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano, altri lottano strenuamente per risalirvi sopra. Gli antichi connotavano il gesto di tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate con il verbo resalio. Forse il nome della qualità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità, la resilienza, deriva da qui.»