
Ho la fortuna di poter trascorrere molta parte del mio tempo di lavoro con i bambini. Mi è sempre piaciuto stare dove le cose succedono.
Qualche giorno fa in una classe prima mi si avvicina Ilario mostrandomi un “gioco magico” che fa con le dita sul suo naso. Me lo fa vedere, una due, tre volte: mi mostro incuriosita e interessata a capire come fa a farlo succedere. Lui ride e mi chiede “prova tu”. I successivi 10 minuti sono storia: dopo numerosi tentativi non sono in grado di replicare il giochino a cui ho assistito. Il tempo passa, mi accovaccio davanti ad Ilario incredula.. Non ci riesco. Ilario per aiutarmi infila le sue dita nel mio naso per tutto il tempo, poi fa alcuni tentativi manovrando le mie mani. Non ci riusciamo. Ritorna a farmi vedere su di lui e il trucco riesce. Si avvicinano a noi altri compagni che tentano di aiutarmi facendomi da specchio. Rita mi mette le dita al contrario e finalmente ci riesco. È bastato mettermi all’altezza di Ilario per sentirmi disarmata. I bambini sanno essere immensi. Mi piace ricordarmelo. I bambini sono i massimi esperti di ciò che amano. E dinnanzi a loro tutto il nostro conosciuto perde i confini e, così come noi lo conosciamo, è rimesso alla prova, rifatto di nuovo, da capo. Ognuno di loro ha in sé un universo nuovo, un nuovo sistema solare, nuovi orizzonti. Ne siamo responsabili.
Una volta tornata a casa il giochino non mi è mai più riuscito.